COSE / Il foulard tuttofare

Stagno degli ippopotami, Mikumi Park – Tanzania 2017
In tutti i viaggi, di pochi giorni o lunghi più di un mese, in tutte le uscite di giornata così come nei weekend, in estate, in primavera o in autunno, c’è una cosa che porto sempre e comunque con me: l’amico foulard.
Possibilmente di cotone, medio-lungo e rettangolare, leggero e poco ingombrante, il foulard è l’oggetto tutto fare
- C’è un po’ di arietta? Diventa sciarpina
- Ti picchia il sole sulla testa? Diventa copricapo (questo è di gran lunga il mio utilizzo preferito)
- Stai girando sbracciato o in pantaloncini e devi entrare in un tempio, monastero, moschea, chiesa, luogo qualunque che richiede le spalle e/o ginocchia coperte? Diventa coprispalle o pareo
- Ti cascano i pantaloni? Diventa cintura
- Devi sederti per terra e non vuoi sporcarti i pantaloni? Diventa stuoia
- Stai improvvisando un pic nic? Diventa tovaglia
Il foulard tuttofare è diventato un mio fedele compagno di viaggio anche se col tempo ho realizzato che è meglio non portare sempre lo stesso o va a finire che ti ritrovi ad avere mille foto con lo stesso identico foulard!
- Picnic di Pasquetta, Parco della Pellerina, Torino, 2017
- Yazd – Iran 2016/17
- Capo Gallo, Palermo, 2017
- Ponte del Diavolo, Lanzo (Torino), 2017
- Con Daria e alcune ragazze della YWCA Dar Branch in gita a Coco Beach, Dar Es Salaam – Tanzania, 2017
- Hampi, Karnataka – India, 2016
- Con Simone di fronte al museo di Escher, Den Haag – Olanda, 2014
- Deserto Dasht-e Lut – Iran, 2016/17
- Varigotti (Savona), 2017